Per cominciare a parlare dell'argomento riporto un caso di cronaca sportiva abbastanza singolare e significativo, per come la vedo io, che può spiegare abbastanza bene ciò che vado ad introdurvi.
Conoscerete quasi tutti Davide Santon, terzino dell'Inter, giovane dalle belle speranze che l'anno scorso è stato capace di annullare un campione come Cristiano Ronaldo e che quest'anno sta giocando davvero male.
Beh, è giovane, e questa è in parte una giustificazione, però io sinceramente la vedo molto striminzita come giustificazione. In realtà io penso che Davidino si sogna ancora la notte l'erroraccio che fece durante la partita Samp-Inter e che portò l'Inter a perdere per 1 a 0.
Da quel giorno o non gioca o se gioca è contratto, insicurissimo, e sbaglia robe che neanche io (che sono universalmente riconosciuto uno scarsissimo giocatore di calcio) forse sbaglierei.
La questione Santon altro non è che l'immagine di come un episodio possa incrinare la sicurezza e l'autostima di un giocatore, di un atleta o ancora più generalmente di una persona.
In ogni aspetto della sua vita!!!
Potrà sembrare così, ma credo sia per una semplice questione di istinto, di sopravvivenza; la nostra mente ragiona così: qualcosa non va? la scarto, tanto andrà sempre o quasi sempre così.
Ma per lo sport secondo me questa è una cazzata allucinante. Potrebbe esserlo anche per la vita se non fosse così importante...invece nello sport...dai mica si muore se si perde una volta eh!
Cioè dico: avete mai visto una gara di un qualsiasi sport uguale ad un'altra? Io mai.
Invece ho visto tante persone entrare in pista non convinti di poter battere per una volta chi li ha sempre battuti, ho visto persone dire "non passerò mai questo esame" quando il giorno prima erano preparatissimi mentre ripetevano le ultime cose.
Perchè secondo me la vita è un banco di prova, un banco che ci rende sicuri delle cose che vanno bene e insicuri delle cose che vanno male. Il problema è che il dolore fa sempre molto più male di quanto fanno bene le cose belle, perchè è così (esempi? Guardate se tra una coppia che litiga quante sono le cose belle e quante sono le cose brutte che i due si ricordano).
E di conseguenza si innesca sempre un ciclo, di cui presto vi parlerò, e che è VERISSIMO, dal quale è difficile uscirci se non con una motivazione valida e con le idee ben chiare.
Basta perdere un attimino la bussola e la caduta nel baratro dell'insicurezza è immediata. Purtroppo l'autostima è una cosa fragile come un vetro: basta poco e si incrina.
E tutto questo per delle stupide convinzioni eh...
venerdì 30 ottobre 2009
martedì 27 ottobre 2009
La mente fa il 50% del lavoro
Un atleta è un essere umano (a parte Husain Bolt).
E come tale non è paragonabile ad un leone, o ad un cavallo, perchè un leone quando vuole cacciare una preda non si fa troppe seghe mentali: prende e la squarta.
Invece noi esseri umani, per fortuna ma anche per sfortuna, siamo una specie dotata di una cosa che se usata bene ci rende i numeri uno, ma che se usata troppo forse fa da freno a mano.
Oggi ho letto una frasina stupida su Facebook. Stupida all'apparenza, perchè se interpretata bene è una sacrosanta verità: lo stupido ha il problema di avere poca intelligenza, l'intelligente ha il problema di farsi troppi dubbi sulla sua.
Ora, diciamocelo chiaramente: un atleta ha sì un fisico da portare avanti, in qualsiasi sport in cui esso serva. Ma quando si arriva agli alti livelli io sono dell'idea che i fisici siano tutti uguali (ripeto, Bolt è l'eccezione che conferma la regola), e quando siamo tutti uguali ciò che differenzia la gente è la mente. La mente può rendere forte chi magari veramente non lo è, e la mente può rendere scarsissimo chi invece non lo sarebbe. Basta poco.
Volete un esempio? Un esempio recente, sulle due squadre di Milano.
Dottor Inter e Mr. Hyde in Champions League. Cosa cambia tra l'Inter che spacca tutto in campionato e la timida Inter che non riesce a vincere da oltre un anno in Champions? Paura. Paura di deludere chi segue la squadra da anni, paura di dover sentire dire che per un altro anno, dopo 40 anni, l'Inter ancora una volta non ha vinto la Champions.
Il Milan invece, beh, l'avete visto? Gioca con una squadra pessima, diciamocelo chiaramente, e infatti lo dimostra il fatto di come sia partito male quest'anno. Eppure, beh, sta tirando fuori gli attributi, sta giocando aggrappandosi coi denti a ciò che può fare, e cercano al loro meglio di dare il massimo sempre.
Io spero che il Milan vada in B, sia chiaro, e che l'Inter trovi il carattere per vincere anche la Champions dato che ha tutti i colpi per poterlo fare.
Ma sapete cosa credo che veramente influenzi tutto ciò, quale siano le basi su cui la mente poggia i suoi fondamenti per rendere forte un atleta o no?
Le convinzioni. Ed è questo il primo argomento che sviscererò per bene.
E come tale non è paragonabile ad un leone, o ad un cavallo, perchè un leone quando vuole cacciare una preda non si fa troppe seghe mentali: prende e la squarta.
Invece noi esseri umani, per fortuna ma anche per sfortuna, siamo una specie dotata di una cosa che se usata bene ci rende i numeri uno, ma che se usata troppo forse fa da freno a mano.
Oggi ho letto una frasina stupida su Facebook. Stupida all'apparenza, perchè se interpretata bene è una sacrosanta verità: lo stupido ha il problema di avere poca intelligenza, l'intelligente ha il problema di farsi troppi dubbi sulla sua.
Ora, diciamocelo chiaramente: un atleta ha sì un fisico da portare avanti, in qualsiasi sport in cui esso serva. Ma quando si arriva agli alti livelli io sono dell'idea che i fisici siano tutti uguali (ripeto, Bolt è l'eccezione che conferma la regola), e quando siamo tutti uguali ciò che differenzia la gente è la mente. La mente può rendere forte chi magari veramente non lo è, e la mente può rendere scarsissimo chi invece non lo sarebbe. Basta poco.
Volete un esempio? Un esempio recente, sulle due squadre di Milano.
Dottor Inter e Mr. Hyde in Champions League. Cosa cambia tra l'Inter che spacca tutto in campionato e la timida Inter che non riesce a vincere da oltre un anno in Champions? Paura. Paura di deludere chi segue la squadra da anni, paura di dover sentire dire che per un altro anno, dopo 40 anni, l'Inter ancora una volta non ha vinto la Champions.
Il Milan invece, beh, l'avete visto? Gioca con una squadra pessima, diciamocelo chiaramente, e infatti lo dimostra il fatto di come sia partito male quest'anno. Eppure, beh, sta tirando fuori gli attributi, sta giocando aggrappandosi coi denti a ciò che può fare, e cercano al loro meglio di dare il massimo sempre.
Io spero che il Milan vada in B, sia chiaro, e che l'Inter trovi il carattere per vincere anche la Champions dato che ha tutti i colpi per poterlo fare.
Ma sapete cosa credo che veramente influenzi tutto ciò, quale siano le basi su cui la mente poggia i suoi fondamenti per rendere forte un atleta o no?
Le convinzioni. Ed è questo il primo argomento che sviscererò per bene.
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domenica 18 ottobre 2009
L'importanza di essere extra-ordinari
Sembrerà una parola strana, ma la parola extra-ordinario è qualcosa di cui parlerò spesso nel blog.
Per introdurre il concetto di "persona extra-ordinaria" voglio porvi un esempio di cronaca degli ultimi giorni.
Sicuramente tutti avrete saputo che il patrigno di Valentino Rossi ieri sera s'è tolto la vita. Era il patrigno, ok, ma pur sempre il marito della madre, e non penso che la madre di Vale l'abbia presa bene, insomma, probabilmente aveva bisogno delle persone care vicine.
Eppure Vale oggi è salito sul podio del Gran Premio di non ricordo dove.
Un bastardo? No. Una persona extra-ordinaria.
Ok, lui è un professionista, prende i miliardi per correre su una moto, eppure poteva tranquillamente chiedere un permesso, insomma uno come Rossi se vuole fa cosa gli pare, secondo me. Invece ha corso lo stesso, e sicuramente il Dottore avrà corso tante e tante altre volte nonostante le circostanze.
Nonostante le circostanze!
E' questo quello che differenzia le persone ordinarie da quelle extra-ordinarie. Una persona normale vive la vita secondo le circostanze, si lascia trascinare spesso in balia degli eventi nella normalità. Vivere nella normalità è ok, che diamine, però...
..eh, però se vuoi avere un risultato la normalità non basta. Ci vuole la straordinarietà!
Io credo che questa sia una delle prime cose da cui partire per parlare di motivazione ed allenamento mentale nello sport..
E quindi prima possibile ne parleremo. Opinioni?
Per introdurre il concetto di "persona extra-ordinaria" voglio porvi un esempio di cronaca degli ultimi giorni.
Sicuramente tutti avrete saputo che il patrigno di Valentino Rossi ieri sera s'è tolto la vita. Era il patrigno, ok, ma pur sempre il marito della madre, e non penso che la madre di Vale l'abbia presa bene, insomma, probabilmente aveva bisogno delle persone care vicine.
Eppure Vale oggi è salito sul podio del Gran Premio di non ricordo dove.
Un bastardo? No. Una persona extra-ordinaria.
Ok, lui è un professionista, prende i miliardi per correre su una moto, eppure poteva tranquillamente chiedere un permesso, insomma uno come Rossi se vuole fa cosa gli pare, secondo me. Invece ha corso lo stesso, e sicuramente il Dottore avrà corso tante e tante altre volte nonostante le circostanze.
Nonostante le circostanze!
E' questo quello che differenzia le persone ordinarie da quelle extra-ordinarie. Una persona normale vive la vita secondo le circostanze, si lascia trascinare spesso in balia degli eventi nella normalità. Vivere nella normalità è ok, che diamine, però...
..eh, però se vuoi avere un risultato la normalità non basta. Ci vuole la straordinarietà!
Io credo che questa sia una delle prime cose da cui partire per parlare di motivazione ed allenamento mentale nello sport..
E quindi prima possibile ne parleremo. Opinioni?
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sabato 17 ottobre 2009
Perchè Sport & Motivazione
Ho fatto sport per tanti anni (guardate che foto, ero bello eh?), ad alti livelli fino a che non ho deciso di smettere perchè ho scelto di studiare.
Ed ho sempre avuto voglia di scrivere qualcosa sul mio passato sportivo, sui successi e sugli insuccessi che ho ottenuto durante la mia carriera; tuttavia, è sempre mancato quel qualcosa che mi spingesse a farlo, una motivazione valida che mi spingesse a dire: "Il mio libro parlerà di questi argomenti!".
Poi, quasi per caso, ho letto un libro di PNL, e mi sono appassionato alla materia.
Tanti di voi forse non conoscono il significato di questa parola, PNL, ovvero Programmazione NeuroLinguistica, ed io ve lo spiegherò in breve. Questo perchè se non ve lo spiego adesso forse non capirete mai cos'è veramente la PNL e quindi non avrete neanche idea di ciò di cui parlerò in futuro nel mio blog.
Voglio, attraverso il mio blog, riuscire a parlare con il pubblico di internet di ciò che ho imparato leggendo libri e articoli riguardanti la PNL, che detta in parole volgari può essere chiamata (anche se non è una definizione proprio precisa) con il nome di Crescita Personale.
In realtà la PNL è la scienza che studia l'eccellenza umana, è la scienza che si propone di capire come chi eccelle in un qualsiasi campo della vita riesca a farlo, per poi cercare di codificare questi atteggiamenti vincenti in regole e insegnarli agli altri in maniera efficace.
La crescita personale è una delle tante conseguenze dell'applicazione della PNL, ma non è esattamente la PNL stessa.
Quando ho conosciuto questo modo di pensare e vedere la vita, è arrivata l'illuminazione, e mi son detto: ma allora si potrebbe applicare questo allo sport, all'allenamento di un atleta?
Da qui è venuta fuori la voglia di provare a scrivere un libro sull'argomento, un libro che ha ottenuto un po' di successo (per me lo è stato, anche se non è di certo un best-seller) e che fondamentalmente parla della motivazione nello sport.
Sport & Motivazione nasce per parlare di ciò che sono arrivato a pensare, per far sì che tutti possano esprimere la loro opinione su ciò che ho imparato e, possibilmente, fare delle belle discussioni.
Quindi, gente, commentate a più non posso!
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venerdì 16 ottobre 2009
Benvenuti
Oggi ho deciso di cominciare a scrivere questo blog.
D'altronde, dopo aver scritto un ebook sulla motivazione nello sport, potete capire quanto ci tenga io stesso a cominciare ad effettuare un lavoro più completo e sicuramente più continuo per portare l'utenza di internet ad effettuare un vero e proprio dibattito su ciò che secondo me è un aspetto davvero poco trattato quando si parla di allenamento, e cioè l'importanza dell'allenamento mentale nella preparazione dell'atleta sia durante la stagione sia alla competizione vera e propria.
Spero di riuscire a trovare dei ritagli di tempo per scrivere qualcosa in questo blog.
A breve vi farò sapere qual'è lo scopo preciso di questo blog.
Grazie, alla prossima!
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